Reiki
La leggenda narra che il fondatore della pratica del ReiKi fu Mikao Usui, nato in Giappone nel 1865. Nel 1922 Usui fondò a Tokyo il primo ReiKi Ryoho Gakkai.
La pratica ReiKi è una tecnica energetica ancora poco conosciuta che più di ogni altra si basa sull’aspetto psicologico ed emotivo della persona. Per questa ragione la prima seduta comincia sempre con un colloquio approfondito tra operatore e ricevente.
La pratica ReiKi viene seguita con l’imposizione delle mani che canalizzano le energie terapeutiche. Prima di iniziare ogni seduta il ricevente dovrà togliere qualsiasi oggetto di metallo di dosso, dopodiché si dovrà spogliare, a discrezione dell’operatore e dietro accordo. Al fine di eseguire la pratica ReiKi al meglio, la condizione ideale sarebbe la nudità totale, coprendo eventualmente solo la zona pubica con oggetti di origine naturale (cotone, lana, etc). A questo punto ci si potrà stendere e rilassare, godendosi in silenzio la seduta.
La pratica ReiKi di base dura circa un’ora e coinvolge tutti i punti energetici del corpo, gli organi di senso, gli organi interni, le articolazioni ed i meridiani. Le posizioni ReiKi sono infinite, e l’operatore durante una seduta non segue mai uno schema ben preciso, ma “sente”, di volta in volta, quali sono le posizioni più adatte ad ogni specifica situazione.
Al termine di ogni seduta il ricevente si troverà in uno stato di profondo rilassamento e ne trarrà giovamento sia a livello fisico che mentale ed emozionale.
La pratica ReiKi è una pratica spirituale utilizzata come terapia per curare malanni fisici, emozionali e mentali. Si afferma che il ReiKi possa essere usato nel trattamento di praticamente tutte le malattie e disturbi conosciuti. Quando affiancato ad altre terapie ne migliorerebbe l’efficacia.
Il ReiKi ha come scopo quello di rimuovere quei blocchi energetici, ristabilendone il flusso e l’armoniosa interazione tra mente e corpo. L’evento esterno può al massimo partecipare come concausa nella produzione di uno specifico sintomo, ma il conflitto nasce sempre nella psiche dell’individuo.
Il dolore è l’informazione preposta alla conservazione della vita, in quanto informa la persona ed il suo organismo della presenza di uno squilibrio.